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Più propriamente, infatti, la loro origine è da attribuirsi alle acque di fusione delle grandi masse glaciali e dei materiali da esse trasportati. Ruoli importanti sono svolti tanto da massi di medie dimensioni di durezza superiore a quella della roccia in posto (massi erratici, cioè provenienti da substrati differenti posti a quote superiori), tanto dal trasporto leggero. In particolare, la sabbia, trasportata ad altissima velocità dalla corrente d'acqua, a sua volta sottoposta a grandi pressioni negli stretti spazi liberi tra ghiaccio e roccia (sul fondo o sui lati del ghiacciaio), assume una enorme capacità di abrasione dei corpi solidi. L'unione di questi processi e delle condizioni che li rendono possibili, tutto sommato rare, come rare sono in effetti le zone di marmitte presenti nell'arco alpino, conferisce a queste morfologie uno spiccato significato scientifico e paesaggistico: quello che senza dubbio alcuno possiamo attribuire alle meravigliose forme di erosione del "Giardino dei ghiacciai di Cavaglia"» (Luca Bonardi).
» Eidg.
Technische Hochschule Zürich |
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Una bellissima e artistica marmitta fra le quindici presenti al Giardino
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